IL GIARDINO DELLE RIMEMBRANZE

Se il senso della vita si trova praticando la montagna è anche perchè

è così stretto il confine con il pericolo incombente.

Sono graditi  commenti ...

 Un dolce pensiero per i compagni di passione che sono scomparsi in montagna.

Ricordiamone alcuni

 

20.07.2007 - Stefano Zavka - K2

(Eccellente Guida alpina, scomparso in discesa dal K2)

http://www.precipizirelativi.it/

 

23.05.2008 - Inaki Ochoa - Annapurna

(Fortissimo alpinista spagnolo con ben 13 8000m alle spalle

deceduto sull'Annapurna per edema polmonare)

http://www.navarra8000.com/

 

 

15.07.2008 - Karl Unterkircher - Nanga Parbat

(Uno dei più forti alpinisti italiani caduto in un crepaccio sul

Nanga Parbat)

http://www.karlunterkircher.com/

 

 

9.11.2008 - Thomas Reichart - Etna

(Fotografo tedesco, escursionista, appassionato di vulcani)

da Repubblica.it del 02.12.2008 - Il fotografo. Non si avevano notizie di Reichart, 32 anni, originario di Stoccarda, da sabato scorso, da quando aveva inviato un sms con la richiesta di aiuto ad un amico. Inutili i tentativi di recuperarlo: il suo corpo privo di vita è stato trovato stamattina dai soccorritori a quota 2.780 metri, nella Valle del Bove. Il tedesco si era messo in marcia per fotografare, come altre volte, l'eruzione dell'Etna. E' finito nei camini lavici, probabilmente dopo essere scivolato su una lastra di ghiaccio. 

Il sito fotografico di Thomas, ricco di splendide immagini:

http://flickr.com/photos/85886313@N00/

 

11.01.2009 - Robert Gauntlett - Monte Bianco

(Fortissimo atleta britannico caduto sulla via Gervasutti del Tacul con il compagno James Atkinson)

da www.ultimenotizie.tv del 12.01.2009: Aveva solo 21 anni, ma aveva già visto la vetta dell’Everest e i due poli. Ha perso la vita Rob Gauntlett, l’enfant prodige britannico dell’alpinismo e dell’estremo. Gauntlett, rivela il “Times”, è precipitato da un canalone ghiacciato sul gruppo del Tacul, sul versante francese del Monte Bianco. Il suo corpo e quello del suo compagno di viaggio, James Atkinson, morto anche lui, sono stati ritrovati dal soccorso alpino di Chamonix. I due, secondo una prima ricostruzione, sono precipitati per 500 metri da un canalone di ghiaccio che stavano percorrendo con ramponi e picozze. Ma l’origine dell’incidente non è chiara, addirittura un “mistero” su cui ricama la stampa britannica, che ha dato grande risalto alla tragedia che non riesce a spiegarsi cosa possa essere accaduto, viste le perfette condizioni della montagna e l’attrezzatura dei due alpinisti. Le ipotesi più probabili per chi conosce quella via sono il distacco di un blocco di ghiaccio dalla cornice sommitale, lo scivolamento di una placca di neve o la perdita di equilibrio di uno dei componenti della cordata, visto che buona parte della salita si effettua di conserva, con i due scalatori che si muovono simultaneamente.

http://www.robgauntlett.com/

 Il commento di Concetta Altieri

Dopo aver appreso le notizie di cronaca di questi ragazzi che sono morti perché si sono confrontati con se stessi e con i propri limiti, sorge spontanea la domanda a noi “comuni” mortali. Perché lo fanno? Qual è il motivo, la spinta che li muove ad affrontare una cima, un vetta che può regalare la gioia della conquista ma anche il dolore di una sconfitta al punto da rimetterci la vita?

Secondo il mio modestissimo parere è perché è insito nella natura umana la ricerca e gli uomini si dividono in due categorie quelli che realizzano i loro sogni e quelli che sognano di realizzarli e loro sono riusciti a realizzare la propria leggenda personale. Questi uomini ci insegnano che il nostro destino non è già stato scritto, ma siamo noi gli scrittori del nostro libro, giorno per giorno, pagina su pagina. Siamo responsabili delle nostre scelte, anche di quella di rinunciare ai sogni per omologarci e perdere di vista la nostra Leggenda Personale, il “Santo Graal” della nostra felicità. Questi ragazzi non si sono omologati e la loro storia è quella di un viaggio perché malgrado siano stati sconfitti, perdendo la vita, hanno vissuto il loro sogno e si sono consacrati all’immortalità.

Concetta

  Piedimonte Matese, 19.03.2010

Comunicato CAI Piedimonte Matese

...ai funerali della nostra amata Giulia, Carlo suo consorte,  ci ha invitati a seguire gli insegnamenti che Lei ci ha lasciato, a inseguire la libertà e a vivere in nome dell'acronimo che inisieme avevano creato...CUORE (Camminare, Udire, Osservare, Riflettere, Emozionarsi)...

Il Presidente ed il Consiglio Direttivo sentitamente ringraziano tutti coloro che hanno sostenuto Carlo, la famiglia d'Angerio ed il sodalizio in questo momento di lutto.

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Giulia, stella del Matese

Link al web album di Daniela Di Salvia (7 fotografie)

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 Ricordando Giulia...

  

Link al web album di Antonio Cocozza (10 fotografie)

Mi trovo al CAI Piedimonte Matese perchè ho conosciuto Giulia. Un sabato mattina di febbraio 2006 mi recai da Napoli a casa sua per prendere il manuale "I sentieri del Matese" da lei scritto insieme a Carlo Pastore, il signore della montagna. Quella volta mi spiegò cosa era il CAI e mi accompagnò quasi per mano all'imbocco della mulattiera per S.Maria Occorrevole che percorsi da solo per la mia prima breve escursione. Successivamente ho percorso numerosi sentieri matesini seguendo le sue orme ed ascoltando con attenzione le sue spiegazioni sui vari aspetti della natura e della storia del territorio. Ora che non c'è più mi sento anch'io orfano del suo sapere, un vuoto enorme, come un profondo baratro, mi si è improvvisamente parato innanzi. Il suo ricordo sarà per sempre nel mio cuore: un'altra Giulia non c'è. Un forte abbraccio a Carlo e Nicola... Nino

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Dal Prof. Aldo Altieri:

Cari Carlo P. e Nicola D.     io e Carmen abbiamo appreso con molta sopresa e dolore della repentina dipartita della vostra  e nostra cara Giulia. Vi inviamo le nostre più sentite condoglianze. Giulia mancherà a molti. Potremo trovare un pò di consolazione, continuando a portare avanti il suo impegno appassionato per l'habitat del Matese, sicuri di farle piacere e di sentirla ancora accanto a noi. Un forte e caldo abbraccio a entrambi. Vicini al vostro dolore,  Aldo Altieri e Carmen Sparano. P.S.  Aggiungiamo il trafiletto scritto per il Caffè di sabato 27-3. Inoltre, alleghiamo una "consolante" poesia del poeta inglese Nenry S. Holland   

* Per Giulia D’Angerio

“ 21-3-‘010. Oggi è primavera. Ed io ti vedo nel vento lieve di primavera continuare a camminare  instancabile per le strade, i viottoli , i tratturi e i prati del tuo Matese . E accarezzare dolcemente animali, alberi, rocce e fiori. E scomparire nell’acqua fresca dei ruscelli per unirti alla natura tanto amata. “

In questi giorni,  un brutto male ha portato via Giulia D’Angerio,l’amante del Matese, l’amica di tanti ambientalisti. Giulia ha speso la sua vita con il suo compagno Carlo Pastore per la riscoperta e la  valorizzazione del Matese. Insieme hanno studiato e catalogato ogni specie della flora e fauna, presente sulla catena montuosa . Hanno riscoperto e tracciato mille tratturi e sentieri, per permettere a tutti di avvicinarsi alla montagna. Hanno ideato e aperto la pista per lo sci di fondo.

Hanno difeso e migliorato l’integrità dei luoghi e degli esseri viventi. Hanno scritto e pubblicizzato nei convegni, circoli e  scuole le bellezze del Matese. Lei ha aperto anche un centro di accoglienza per gli amati cani abbandonati. 

“Grazie, Giulia, per tutto quello che hai fatto, da parte di tanti amici, che vorranno ricordarti continuando la tua opera di riscoperta delle meraviglie naturalistiche del Matese. “

                                                                               Aldo Altieri  

 

       Per Giulia

 

                                         Oggi come ieri … 

                         La morte non è niente.

                         Sono soltanto nascosto

            nella stanza accanto.

            Io sono sempre io, e tu sei sempre tu.

            Ciò che eravamo prima l’uno per  l’altro,

            lo siamo anche ora.

           Chiamami col mio vecchio nome,

           che ti è familiare;    

           parlami nello stesso modo affettuoso

           che hai sempre usato.

                        Non cambiare il tono di voce,

                        non assumere un’aria di tristezza.

                        Ridi come facevi sempre ai piccoli scherzi

                        che ci piacevano tanto quando eravamo insieme.

                        Prega, sorridi, pensami!...

 

                        Il mio nome sia sempre

                        la parola familiare di prima,

                        pronuncialo senza traccia di tristezza.

                        La vita conserva il significato

                        che ha sempre avuto.

                        E’ la stessa di prima,

                        c’è una continuità che non si spezza. 

 

                       Perché dovrei essere fuori dalla tua mente,

                       solo perché sono fuori dalla tua vista?

                      Ti  sto aspettando, solo per un attimo,

                       in un posto qui vicino,

                       proprio dietro l’angolo.

                       Il tuo sorriso è la mia pace…   

                                     Henry Scott Holland, (G.B. 1847-1918) 

CLUB ALPINO ITALIANO

COMUNICATO STAMPA

Milano, 7 agosto 2009

CIAO RICCARDO!

Con la scomparsa di Riccardo Cassin il mondo perde un'importante testimonianza

dei valori che sono alla base dell'uomo e dell'alpinista.

Questa notte nella sua casa a Pian dei Resinelli, Riccardo Cassin all’eta di 100 anni ha raggiunto la sua cima piu

alta. La scomparsa del grande alpinista e maestro di vita lascia nel cuore degli appassionati di montagna e di

alpinismo un vuoto incolmabile.

“Il suo messaggio” – queste le parole del Presidente Generale del CAI Annibale Salsa - “era un messaggio di

umanita prima ancora che di eccellenza tecnica. Era esattamente cio di cui ha bisogno l’ambiente alpinistico,

soprattutto giovanile: ricordare che i valori umani superano e fondano quelli tecnici. Riccardo – prosegue Salsa –

ripeteva spesso che la montagna e un grande valore educativo di per se, a qualunque livello, e la sua vita ne e

stata la piu piena testimonianza.”

Il Club Alpino Italiano si stringe in un grande abbraccio attorno alla famiglia Cassin colpita da questa grande

perdita.

In continuita con i valori di Riccardo, i famigliari chiedono a quanti hanno voluto bene al grande alpinista di

rendergli omaggio attraverso un gesto di solidarieta e indicano la Onlus Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco

come destinataria di questa volonta (IBAN: IT 32X0521622300000000035505)

I funerali si svolgeranno domani sabato 8 agosto alle ore 16.00, a Lecco nella Chiesa di Maggianico, in Piazza

Armonia.

Con preghiera di pubblicazione

Luca Calzolari – Responsabile Ufficio Stampa CAI - mob +39 335 432870 ufficio.stampa@cai.it